venerdì 12 giugno 2020

STEP #24

La sintesi finale


La parola androide deriva dal greco andro (uomo) + eides (forma) ed il suo utilizzo nell’ accezione moderna si ha a partire dal ‘700. Secondo l’Oxford English Dictionary, la primissima presenza del termine nella letteratura è da rintracciarsi nella Cyclopaedia (1728) di Ephraim Chambers, riferendosi alla creazione di Alberto Magno, dottore della Chiesa e secondo il mito fautore dei primi manichini meccanici.

L’idea di una macchina artificiale in grado di comportarsi come gli umani ha profonde origini nel mito: dagli automi costruiti da Efesto e Dedalo, alla leggenda greca ed ebraica. Nel medioevo, fu Leonardo da Vinci a portare avanti il progetto di un automa cavaliere e qualche secolo dopo Giacomo Leopardi ironizzò sulla nuova civiltà delle macchine che si stava profilando, rea di essere una fonte di felicità effimera.

Poter replicare la vita come un dio o un demiurgo e le moderne scoperte scientifiche, hanno avuto grandi influenze nella letteratura narrativa dall’Ottocento in poi; l’esempio più celebre è il Frankenstein di Mary Shelley. È corretto considerare la scrittrice inglese come precorritrice del genere narrativo fantasy, il cui massimo esponente in ambito letterario narrativo è senza dubbio Isaac Asimov.

Tutte le arti figurative si sono dedicate a narrare negli anni questa rivoluzione tecnica: dalla pittura, al grande e piccolo schermo, dalla poesia agli spot pubblicitari. Di grande interesse per gli autori è stato denunciare un possibile scenario post-apocalittico sui limiti dello sviluppo degli androidi in cui essi prendano il sopravvento sulla specie umana. Uno scenario distopico ma sempre più scientificamente possibile grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale, fatti in campo ingegneristico.

È quindi necessario che i progettisti aprano un dialogo con altre discipline quali filosofia, sociologia e psicologia, essendo ormai evidente che le loro ricerche non possano essere esenti da responsabilità etiche e morali. Disciplinare come i robot dovranno interagire con noi, se essi dovranno essere considerati alla stregua di esseri umani e su quali tecnologie sia eticamente corretto impiantare nel nostro corpo.

STEP #23

Una mappa concettuale




Presento a termine del blog la mappa concettuale con i concetti analizzati durante l'analisi del termine android. Essi sono stati sviluppati all'interno del percorso a step e indicati tramite apposita label.

STEP #22

Il soggetto di una serie TV a tema android




Il soggetto della serie è Gabriele, uomo di settanta anni, ormai vedovo da una primavera. A causa della prematura scomparsa di Silvia, la compagna di una vita, egli si trova ad affrontare una profonda condizione di solitudine e infelicità. Non ama gli animali domestici e i suoi nipotini si trovano dall’altra parte del mondo. Di giorno uccide la noia assieme ai suoi amici al bar ma una volta tornato a casa la sera, trovando ogni stanza desolatamente fredda e vuota, il malessere lo pervade. La sua vita verrà però improvvisamente sconvolta vedendo un annuncio pubblicitario in televisione.



PRIMA PUNTATA: È la notizia del giorno, tutte le testate giornalistiche ne parlano: un pool di ingegneri e psicologi ha implementato un brevetto per poter riportare in vita persone di ogni tempo , tramite androidi, semplicemente basandosi su un’immagine, un dipinto e dei ricordi. È la svolta, potremmo incrociare passeggiando un Napoleone, Giulio Cesare. Gabriele vorrebbe rivedere solo una persona, sua moglie. Il costo per questo regalo della scienza è però molto alto, deve vendere la terra coltivata da generazioni pur di riavere Silvia al suo fianco. Il processo di progettazione si completa correttamente, si deve solo attendere che l’androide esca dalle linee di produzione, automatizzate ovviamente.


SECONDA PUNTATA: L’ora è arrivata, Silvia sta per essere recapitata. Alla sua vista Gabriele ha un sussulto, è così bella: stessa voce, stessi occhi, stessi capelli ma in fondo così artificiale.

Silvia è proprio come Gabriele la ricordava, anche troppo forse. Lei non può che comportarsi per come è stata programmata: amarlo perdutamente, essere un’ottima moglie. Per Gabriele qualcosa non andava; quella persona o meglio sistema operativo, così perfetto, amava lui e migliaia di persone diverse contemporaneamente, solo sotto aspetti diversi. Si sentiva come prigioniero della sua vita passata, dei suoi ricordi, amando però il carceriere. Andando a trovare Silvia, quella vera, al cimitero capisce come nessun assemblamento di circuiti stampati possa riportarla in vita. Si ricordò la promessa fatta sull’altare, finché morte non ci separi.


TERZA PUNTATA: Gabriele decide di donare il suo robot all’ospedale del paese così che possa dare una mano a tutti gli infermieri e medici coinvolti semplicemente grazie ad un aggiornamento software. Al momento dei saluti nessuno piange: lei non era stata programmata per provare emozioni al momento dell’addio, in lui invece qualcosa è cambiato. La consapevolezza che amare una persona passa anche dall’amare i suoi difetti, le imperfezioni e l’illogicità che contraddistingue noi esseri umani. Accettare che nessuna macchina potrà mai sostituire una persona perché siamo diversi.

giovedì 11 giugno 2020

Gli androidi nelle operette morali

La Proposta di premi fatta dall’Accademia de’ Sillografi


L’Accademia dei Sillografi attendendo di continuo, secondo il suo principale instituto, a procurare con ogni suo sforzo l’utilità comune, e stimando niuna cosa essere più conforme a questo proposito che aiutare e promuovere gli andamenti e le inclinazioni Del fortunato secolo in cui siamo, come dice un poeta illustre; ha tolto a considerare diligentemente le qualità e l’indole del nostro tempo, e dopo lungo e maturo esame si è risoluta di poterlo chiamare l’età delle macchine, non solo perché gli uomini di oggidì procedono e vivono forse più meccanicamente di tutti i passati, ma eziandio per rispetto al grandissimo numero delle macchine inventate di fresco ed accomodate o che si vanno tutto giorno trovando ed accomodando a tanti e così vari esercizi, che oramai non gli uomini ma le macchine, si può dire, trattano le cose umane e fanno le opere della vita.



Questa operetta fu composta tra il 22 e il 25 febbraio del 1824 ed è una satira nei confronti della civiltà delle macchine, ritenuta dai moderni indiscutibile fonte di progresso e di felicità per tutti gli uomini. Si tratta di un finto bando di concorso indetto da un'immaginaria Accademia dei Sillografi, contraddistinta da un pensiero che pochi anni dopo verrà definito positivista, ciecamente convinta che il progresso della tecnica debba investire e colonizzare anche le cose dette spirituali: si promettono in tal modo premi consistenti a chi riesca a inventare tre macchine a vapore di forma umana, tre androidi, che formino la prima l'amico perfetto, la seconda un uomo artificiale in grado di compiere opere virtuose e magnanime, la terza la donna perfetta, moglie fedele egaranzia di felicità coniugale.



STEP #20

La presenza degli androidi nello Zibaldone

Leopardi,poeta vissuto nella prima  metà deell'800,  all' interno del suo Zibaldone di pensieri fa riferimento una volta agli androidi; ovviamente, essendo questo termine non ancora stato coniato, il recanatese si riferisce a loro con la parola automa.

E quelle traduzioni ora lodate e celebrate piuttosto, cred’io, per gusto matematico che letterario, piuttosto come curiosità che come opere di genio, piuttosto come un panorama o un simulacro anatomico o un automa, che come una statua di Canova, piuttosto misurandole col compasso, che assaporandole e gustandole eparagonandole agli originali col palato, quelle traduzio-ni, dico, parranno ai tedeschi non tedesche, e nel tempostesso non capaci di dare alla nazione la vera idea deglioriginali, aliene dalla lingua, e proprie di un’epoca d’imperfezione, e immaturità.(29 30. Giugno 1823).


In questo lungo passaggio (di cui riporto solo una parte) il Leopardi si mostra profondamente colpito dai recenti sviluppi della lingua tedesca e della sua letteratura, in piena ascesa romantica. Secondo Maria  Andrea Rigoni, nonostante il rifiuto classigechamente motivato ha inconsapevoli affinita col romanticismo europeo, rifiuto che si esprime nella messa in guardia dalla perdita del genio antico e nella difesa del carattere intimo della lingua antica. Il poeta paragona le traduzioni dei testi stranieri in tedesco a a un simulacro anatomico o un automa, ree di snaturare eccessivamente la lingua originale ed essere come una cera della lingua tradotta.
Questa visione negativa degli androidi, visti come una copia piuttosto che un'opera con dignità, emergerà ancora piu chiaramente nelle Operette Morali ne La Propostadi premi fatta dall’Accademia de’ Sillografi.

Fotografia della versione originale
dello Zibaldone












STEP #19

Gli androidi nello schema di un pensiero utopico

All' interno dello step 15 , dedicato alle criticità dei limiti dello sviluppo negli androidi, ciò che si prefigurava nel mondo progettato dal Dottor Korby è in tutto e per tutto assimilabile ad un immaginario distopico.
In tale società futura, fatta di uomini sostanzialmente perfetti, verrebbe meno anche il genio umano, dissipato dallo programmazione in ogni androide.

Il genio è la disposizione innata dell'animo mediante la quale la natura dà la regola all'arte
Immanuel Kant


Un simile contesto è narrato da Aldous Huxley in Brave New World: ogni uomo è costretto ad assumule la soma, della droga, affinchè il suo subconscio venga indottrinato a vivere felicemente in questo mondo nuovo freddo e distaccato.Una felicità creata, indotta, controllata, frutto dell'asettico calcolo scientifico e non reale.

“A really efficient totalitarian state would be one in which the all-powerful executive of political bosses and their army of managers control a population of slaves who do not have to be coerced, because they love their servitude.”

Copertina dell'omonimo libro



Festival della Tecnologia, Roboetica: una riflessione sugli aspetti etici,legali  e sociali legati ai robot



STEP #18 #21

Gli androidi nella filosofia contemporanea e nell'etica


roboetica (Roboetica), s. f. Disciplina che studia gli aspetti etici, sociali, umanitari e ecologici della robotica.  Dizionario Treccani

Ogni società, fin dagli albori dell'umanità, ha dovuto forgiare norme e valori per regolare il comportamento tra gli individui, ciò che noi diremmo darsi un' etica.
Quello che però gli umani non potevano prevedere era un'etica applicata alla robotica:è da questa presa di coscienza che nel 2002 l'ingegner Gianmarco Verruggio conia la parola roboetica.
In futuro tenderemo ad attribuire una personalità giuridica e morale ai robot? Questa è la domanda che si pone Maurizio Balistrieri, professore di filosofia morale presso l'Università di Torino. La risposta può essere semplice se immaginiamo che un domani i robot saranno entità intelligenti e coscienti di se stessi, provando sentimenti e dolore.
Questa visione propone aspetti fino a poco tempo fa inediti: è possibile dunque rimanere sentimentalmente coinvolti da un androide? Esso stesso sarà capace di autodeterminarsi?
La possibilità di una relazione tra essere umani ed un intelligenza artificiale è stata raccontata da diversi film: Bladerunner o più recentemente Her il cui protagonista, un uomo proveniente da una dolorosa separazione, trova in un sistema operativo la sua fonte di gioia.
Parlando del mondo reale, è degno di nota l'esempio del Tamagotchi: il gioco consisteva in prendersi cura e allevare l'animaletto virtuale, soddisfando tutti i suoi bisogni.  In ambito ospedaliero si è notato come le persone provassero un certo affetto verso i robot che si prendevano cura di loro.
Secondo il Balistrieri non sapremo resistere a considerare gli andoridi parte integrante della nostra comunità morale, anche senza che questi siano autocoscienti, quando si relazioneranno con noi come un altro essere umano, empatizzare e capire le nostre sensazioni con uno sguardo, magari attingendo alla loro banca dati.

Immagine tratta dal film Her




Grazie ai progressi tecnologici del machine learing, pensare alle intelligenze artificiali come mere espressioni dei loro programmatori risulta più che mai approssimavito. Ci troveremo di fronte a robot in grado di mutare il proprio essere grazie all'apprendimento, rendendolo imprevedibile al suo stesso creatore?
Con l'avvento delle automobili a guida autonoma, sta emergendo drammaticamente come le macchine non abbiano un cuore nè una morale, ma si limitano a seguire il setting etico che i loro "padri" scelgono di inserire e implementare nella loro architettura. Si tratta dunque di elaborare regole di comportamento per queste vetture da integrare nei programmi che controllano e determinano in anticipo le loro azioni.
In caso contrario, lo scenario che andrebbe a crearsi sarebbe di robot autonomi i quali, in base ai loro calcoli  e algoritmi, decidono come comportarsi.
Come evidenziato già nel primo incontro mondiale sulla roboetica, nel 2004 a Sanremo, nel momento in cui coscientemente l'umanità deciderà che la vita o la morte di un essere umano non è piu responsabiltà di un altro umano ma è affidata a delle macchine, la nostra specie farà un salto nel buio difficilmente reversibile.

Tesla è stata la prima casa automobilistica mondiale
ad implementare la guida autonoma su larga scala














venerdì 22 maggio 2020

Wall-E

Una così umana emozione

In un futuro distopico, la Terra è un pianeta disabitato, colmo di rifiuti e inquinato da secoli di scorie. Gli umani hanno abbandonato il loro luogo natale per vivere nel cosmo... Poco prima del grande esodo, sono stati attivati e lasciati sulla Terra migliaia di Robot chiamati “Wall-E”, orientati da un’unica e sola direttiva: quella di ripulire il pianeta e ridurre gli immensi carichi di rifiuti compattandoli in piccoli cubi.

Eppure, in quella routine così monotona ed estenuante, Wall-E lascia emergere comportamenti spontanei e non da macchina costruita a tal proposito, ma quasi naturali e di certo poco imposti da una specifica direttiva. Wall-E è cosi mosso da un’umana e puerile curiosità prende sempre più coscienza della profonda solitudine che lo avviluppa.

Il robottino possiede l’ineffabile capacità d’esprimersi con l’arte dei gesti, e riesce a creare un legame empatico, basato esclusivamente sulla riflessività emotiva. Wall-E si configura così come una taciturna odissea fantascientifica, traboccante di sentimentalismo e d’amore per la tecnologia e l’Umanità, per l’ambiente e il romanticismo più classico, quello incapace d’essere contaminato dall’inquinamento che cerca di soggiogarlo.



Wall-E incontra Eve, il suo futuro amore

STEP #17

 Un abbecedario per la parola android

A- Automa
B- Blade Runner
C- Cyborg
D-Droz
E- Etica
F- Fantascienza
G-Guida galattica per gli autostoppisti
H- Hobbes John
L-  Libertà 
M- Macchina
O- Offroy de la Mettrie
P-Pinocchio
Q- Qualità
R- Robot
S- Sinapsi
U- Umanoide
W- Wall-E
X- Xenofobia
Y- Yuvaal Noah Harari

Robot thinker with the shadow of a man

STEP #16


Un testimonial per gli androidi

Isaac Asimov


Chi è?

Isaac Asimov nasce il 2 gennaio 1920 a Petrovichi, Russia, e muore il 6 aprile 1992 a New York. Egli rappresenta un personaggio unico nella sua vastità di interessi scientifici e letterari, e nella capacità di divulgazione scientifica, oltre che per come si pose all'interno del nascente panorama della fantascienza.
Conseguì laurea e dottorato in biochimica presso la Columbia University, rispettivamente nel 1939 e nel 1948, ed un master in filosofia nel 1941, intraprendendo la carriera accademica presso la Boston University fino al 1958, quando intraprese la carriera di scrittore a tempo pieno.


Progressista, Asimov aveva molta fede nel progresso scientifico, anche se molto pessimista sul destino dell'umanità, soffrendo proprio di fobie legate alla tecnologia quale la paura di volare.
Proprio questa dicotomia tra tecnologia e umanità, progresso e tradizione, è tema cardine dei suoi romanzi fantasy.
Primo piano di Isaac Asimov
Primo piano di Isaac Asimov


Perché Asimov?

Lo scrittore di origine russa era dell'idea che se una macchina è progettata bene, questa non possa presentare nessun rischio per l'umanità a meno di un utilizzo improprio. Trovava perciò aberrante che un androide come il mostro di Frankenstein si fosse rivoltato al suo stesso padrone.
Pone il suo pensiero nero su bianco, molto, chiaramente, all'interno delle sue tre leggi della robotica:
  • Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.
  • Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la Legge Zero 
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la Seconda Legge.
Ogni robot che rispetta queste leggi nella narrazione di Asimov è dotato di un cervello positronico, ciò che noi oggi chiameremmo intelligenza artificiale. L' ipotesi è che lo scrittore volesse comunicare di usare la tecnologia in modo etico e non per causare danno all' umanità.
Il più “famoso” robot positronico  è forse Robot NDR 113, il robot protagonista de L’uomo del bicentenario; aveva un difetto prova sentimenti umani e desidera essere riconosciuto come essere umano.

Copertina del libro L'uomo del bicentenario


lunedì 11 maggio 2020

STEP #15

Le criticità dei limiti dello sviluppo negli androidi

Uno scenario post-apocalittico in Star Trek

All'interno della serie di fantascienza Star Trek (1966), viene presentato un possibile scenario post-apocalittico in cui gli androidi sostituiscano in tutto e per tutto gli umani.
In un simile scenario, ogni uomo potrebbe essere duplicato in macchina e non solo: continuando il processo, sarebbe addirittura possibile trasferire l'anima della persona all'interno dell'androide, rendendo ogni essere umano pressoché immortale.
Un uomo, trasformato in macchina, può essere programmato e diventare perfetto: verrebbero meno la gelosia, l'avidità,l'odio, la paura. La morte non colpirebbe più nessuno, nè malattie o deformazioni.
Come rovescio della medaglia, in un mondo fatto di programmazione, si esaurirebbero affetto ed amore: al contrario degli androidi, gli uomini posseggono emozioni imprevedibili, che la logica non può spiegare.


Is it possible they  built their machine too well, gave them pride and a desire to survive? Machine that wanted logic and order and found that frustrated by the illogical emotional creatures that built them?
Capitano Kirk


Una tale società duale sarebbe impossibile da vivere per entrambe le fazioni: se gli uomini, spinti della paura, si vedrebbero costretti ad iniziare a spegnere le macchine, queste, frustrate dall'inconsistenza umana, non potrebbero far altro che distruggere la nostra specie per sopravvivere. Vedrebbe la luce un mondo nuovo, fatto di esseri senza difetti, che si ucciderebbero tra loro con la stessa disinvoltura con cui si spegne una luce, non essendo programmati per fronteggiare ogni evenienza se non uccidendo.


venerdì 8 maggio 2020

STEP #14

Gli androidi in un fatto di cronaca

Elon Musk says there's a chance his AI-brain-chip company will be putting implants in humans within a year


Nello step 13 si è parlato di IA e di alcuni esempi significativi; nei casi presentati era la macchina ad imitare l'uomo e la sua intelligenza per essere autonoma.
Notizia delle ultime ore, data dal luminare Elon Musk, è come il suo team di ricerca sia vicino a realizzare un collegamento neurale tra uomo e macchina. The chip could potentially be used to restore eyesight, hearing, and limb movement in addition to addressing diseases that affect the brain, Musk claims. The device would be implanted directly into the skull to enable electrode threads to interface with certain areas of the brain, according to Musk.
Si tratta palesemente di una nuova frontiera di studi: ciò a cui la fantascienza aveva dato il nome di Cyborg, potrebbe in poco tempo essere realtà. Esulando tutte le narrazioni dietro al termine, può essere considerato a tutti gli effetti un nuovo rapporto tra uomo e macchina.
Se fino ad oggi l'estensione era al più un estensione del nostro corpo, questa nuova prospettiva è in grado di aprire infiniti nuovi mondi nell'ambito dell'ingegneria biomedica e non solo: potremmo essere in grado di comunicare tra noi e con le macchine senza proferire parola. D'altro canto, chiunque potrebbe leggere i nostri pensieri, le nostre volontà, mettendo in atto uno scenario da Big Brother.
Trovo adeguato che si apra una discussione tra diverse discipline come ingegneria, medicina, filosofia e sociologia, per creare una preparazione culturale a questi nuovi eventi senza doverci mettere nelle mani di luminari o peggio assoggettati alla tecnica.



Mockup di neural link



FONTI
https://www.businessinsider.com/elon-musk-neuralink-brain-chip-put-in-human-within-year-2020-5?IR=T
https://futurism.com/elon-musk-neuralink-human-brain-implant
https://www.repubblica.it/tecnologia/2020/05/08/news/elon_musk_pronto_il_collegamento_cerebrale_fra_uomo_e_macchina_in_un_anno_-256064585/

STEP #13

Come gli  androidi interagiscono con l'ingegneria

L'intelligenza artificiale e l 'ingegneria informatica

Ponendo, ad un gruppo di persone, la domanda " cosa rende un umano, un umano? " una delle risposte più frequenti è sicuramente l'intuito, l'intelligenza.
Ebbene, questo paradigma del saper fare rischia di essere messo a dura prova: una macchina può essere intelligente ed imparare in autonomia.
In genere, si può intendere per intelligenza la capacità di eseguire compiti e risolvere problemi nuovi, di adattarsi all’ambiente e comprenderlo, e di capire il linguaggio naturale. Un’altra definizione operativa è stata proposta da Alan Turing nel suo articolo “Computing machinery and intelligence” (1950): una macchina può essere considerata intelligente se passa il “Test di Turing“.
Il test (o “Imitation Game”) consiste nel mettere un uomo davanti a un terminale, attraverso il quale comunicare con due entità: un altro uomo e un computer. Se la persona che comunica attraverso il terminale non riesce a distinguere fra uomo e macchina, allora il computer ha passato il test.





Di seguito alcuni esempi notevoli di IA:


  • Sophia , un androide femmina in grado di simulare 62 diverse espressioni facciali. Realizzata con una speciale gomma siliconica, ha un aspetto così umano da spiazzare l’osservatore. Per realizzare alcuni tratti del viso i suoi creatori si sono ispirati a Audrey Hepburn.
  • Autopilot Tesla, tutte le nuove vetture sono dotate dell'hardware necessario a supportare in futuro la guida completamente autonoma in quasi ogni situazione. Il sistema è progettato per poter coprire corte e lunghe distanze senza l'intervento della persona seduta al posto di guida. (fonte Tesla)
  • MIT cheetah è un robot realizzato al MIT in grado di autoapprendere movimenti come la corsa e il salto di ostacoli che si presentano di fronte.



mercoledì 6 maggio 2020

STEP #12

Gli androidi nel pensiero medievale

L'automa  cavaliere di Leonardo

L’Automa Cavaliere è un progetto ideato intorno al 1495, probabilmente a seguito degli studi di anatomia del grande inventore. Si suppone che Leonardo abbia presentato il suo cavaliere meccanico durante una festa alla corte di Ludovico Sforza, forse in occasione delle nozze della nipote.
Si tratta di un’invenzione straordinaria, rappresentando a tutti gli effetti il primo prototipo di androide: modellato in ogni sua singola parte e ingranaggio meccanico, l’opera ha sicuramente dato il via a quella che è oggi la robotica moderna.
Il progetto dell’Automa del Cavaliere fu ideato intorno al 1495 ma solo nel 1950, grazie a degli studi condotti da Carlo Pedretti, massimo esperto delle opere di Leonardo, è stato possibile ricondurre al 100% la paternità dell’invenzione a Da Vinci. Ogni singola parte del robot è stata disegnata sia sul Codice Atlantico, la più ampia collezione di disegni e scritti di Leonardo, sia su fogli presenti su diversi taccuini, ma senza alcuna precisa indicazione sul come collegarle tra loro. Grazie ad uno scrupoloso lavoro del Pedretti e di altri studiosi, è stato possibile “dar vita” al robot: si tratta di un soldato rivestito da un’armatura medievale, capace di compiere alcuni movimenti fisici di base, come alzare il capo oppure un arto. I movimenti sono resi possibili grazie a un rudimentale sistema meccanico posizionato nelle parti superiori, con un sistema di cavi, e inferiori, con rotelle. All’interno è costruito in legno, con elementi in pelle e metallo.

Modello dell'automa cavaliere di Leonardo e (a fianco) i suoi meccanismi interni


All' interno dello step 09  sono presenti gli Automi del 600 di Bracelli, rappresentazioni fumettose  e bizzarre, vere e precursori dei moderni robot.

domenica 3 maggio 2020

Yuval Noah Harari

 Considerazioni sulle sfide di questo momento storico



Yuval Noah Harari è uno storico israeliano e  professore del Dipartimento di storia della Hebrew University of Jerusalem; autore dei famosi saggi Sapiens, Homo Deus, 21 lezioni per il XXI secolo. 

venerdì 1 maggio 2020

STEP #11

Gli androidi nel periodo Coronavirus


Dal 27 marzo l’ospedale di Circolo di Varese ha assunto sette robottini in corsia per aiutare medici e infermieri -Corriere della Sera

Sanbot Elf, un robot in corsia


Può un androide, in periodi di epidemia, essere quanto di più vicino agli umani, come li abbiamo sempre conosciuti, che gli umani stessi? Ebbene si.
Succede all'ospedale di Varese: il compito di assistere i malati di Covid-19, durante il monitoraggio periodico, è stato delagato a robottini dalle sembianze umane. Questi, dotati delle più moderne tecnlogie quali saturimetri,termoscanner e IA per il riconiscimento emotivo,  permettono di entrare in contatto con i degenti senza rishi di contagio.
Proprio a causa dell'elevato indice di contagiosità del virus, tutto il personale ospendaliero è costretto a svolgere il proprio compito completamente bardato con mascherine, occhiali, visiera, camici, calzari e tre paia di guanti alle mani. Qualcosa di molto dissimile dall'idea di  umano.
Ricordando la doppia sofferenza dei malati, costretti all'isolamento dai propri cari, sono allora proprio gli androidi a raccogliere in parte il testimone in questo difficile momento.



https://www.corriere.it/video-articoli/2020/04/01/i-sette-robot-corsia-che-curano-pazienti-affetti-covid19-far-fronte-carenza-medici-infermieri/b8c51084-7419-11ea-b181-d5820c4838fa.shtml

 https://www.intoscana.it/it/articolo/coronavirus-robot-corsia/

 https://www.starthinkmagazine.it/2020/04/02/sanbot-elf-un-robot-corsia-coronavirus/

mercoledì 22 aprile 2020

STEP #10

Gli androidi nel cinema

Trailer del film " Terminator", la cui trama è stata trattata nello STEP #02


 Nel futuro Skynet, un sistema computerizzato, combatte un guerra contro i suoi stessi creatori, gli umani. Dopo averli quasi sterminati con una catastrofe nucleare, però, Skynet è prossimo alla sconfitta in quanto i pochi uomini sopravvissuti si sono coalizzati attorno al loro capo John Connor,un grande leader carismatico. Skynet decide allora di inviare indietro nel tempo un T-800, un cyborg evoluto, che ha come unico obiettivo quello di trovare e "terminare" Sarah Connor, futura madre di John. A fermare il terribile robot ci dovrà pensare Kyle Reese, il suo obiettivo è trovare Sarah prima del cyborg.

Caos e casualità

L'incipit del film " Match point"


" Chi disse: "Preferisco avere fortuna che talento" percepì l'essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po' di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde." (Chris)


STEP #24

La sintesi finale La parola androide deriva dal greco andro (uomo) + eides (forma) ed il suo utilizzo nell’ accezione moderna si ha a par...