Storia della parole androide
Il termine androide deriva dal Greco andro (uomo) + eides (forma, contorno).A destra, Il trattato Sugli automi di Erone da Alessandria (edizione del 1589).
Nonostante la storia di robot e androidi di intrecci tra loro, confondendone a volte i termini, questi presentano tra loro una significativa differenza: un robot, prima di tutto, è una macchina; a differenza di una macchina semplice, esso, ha la capacità di lavorare in autonomia. Si dice androide quella macchina progettata per avere all'apparenza aspetto e caratteriste proprie degli umani.
Tutti gli androidi sono robot ma non tutti i robot sono androidi.
Secondo Oxford English Dictionary, il primissimo uso della parola androide è da rintracciarsi nella Cyclopaedia (1728) di Ephraim Chambers, proprio riferendosi alla creazione di Alberto Magno.
Nel documento a destra, sono riportati i primi esempi del termine android usato per descrivere esseri meccanici dalla sembianze umane, London Times 22 dicembre 1795.
Il protagonista, Thomas Edison, crea per il suo amico un androide dalle sembianze indistinguibili all'amata; in particolare, su essa viene infusa l'intelligenza e un'essenza spirituale così da ricreare la donna perfetta e ideale da sostituire a quella imperfetta e umana.
Gli androidi vedranno crescere esponenzialmente la loro popolarità nella seconda metà del secolo scorso grazie all'esplosione del genere fantascientifico e del suo maggiore esponente, Isaac Asimov: un esempio, scrive L'uomo bicentenario, la storia di un robot che vuole diventare umano a tal punto da fare ciò che differenzia gli esseri umani dai robot, morire.
Gli androidi sono anche stati usati come simboli del rispecchiamento/rovesciamento dell'essere umano da Philip K. Dick ,autore di Cacciatore di androidi, da cui verrà poi tratto il film Blade Runner.
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