venerdì 12 giugno 2020

STEP #22

Il soggetto di una serie TV a tema android




Il soggetto della serie è Gabriele, uomo di settanta anni, ormai vedovo da una primavera. A causa della prematura scomparsa di Silvia, la compagna di una vita, egli si trova ad affrontare una profonda condizione di solitudine e infelicità. Non ama gli animali domestici e i suoi nipotini si trovano dall’altra parte del mondo. Di giorno uccide la noia assieme ai suoi amici al bar ma una volta tornato a casa la sera, trovando ogni stanza desolatamente fredda e vuota, il malessere lo pervade. La sua vita verrà però improvvisamente sconvolta vedendo un annuncio pubblicitario in televisione.



PRIMA PUNTATA: È la notizia del giorno, tutte le testate giornalistiche ne parlano: un pool di ingegneri e psicologi ha implementato un brevetto per poter riportare in vita persone di ogni tempo , tramite androidi, semplicemente basandosi su un’immagine, un dipinto e dei ricordi. È la svolta, potremmo incrociare passeggiando un Napoleone, Giulio Cesare. Gabriele vorrebbe rivedere solo una persona, sua moglie. Il costo per questo regalo della scienza è però molto alto, deve vendere la terra coltivata da generazioni pur di riavere Silvia al suo fianco. Il processo di progettazione si completa correttamente, si deve solo attendere che l’androide esca dalle linee di produzione, automatizzate ovviamente.


SECONDA PUNTATA: L’ora è arrivata, Silvia sta per essere recapitata. Alla sua vista Gabriele ha un sussulto, è così bella: stessa voce, stessi occhi, stessi capelli ma in fondo così artificiale.

Silvia è proprio come Gabriele la ricordava, anche troppo forse. Lei non può che comportarsi per come è stata programmata: amarlo perdutamente, essere un’ottima moglie. Per Gabriele qualcosa non andava; quella persona o meglio sistema operativo, così perfetto, amava lui e migliaia di persone diverse contemporaneamente, solo sotto aspetti diversi. Si sentiva come prigioniero della sua vita passata, dei suoi ricordi, amando però il carceriere. Andando a trovare Silvia, quella vera, al cimitero capisce come nessun assemblamento di circuiti stampati possa riportarla in vita. Si ricordò la promessa fatta sull’altare, finché morte non ci separi.


TERZA PUNTATA: Gabriele decide di donare il suo robot all’ospedale del paese così che possa dare una mano a tutti gli infermieri e medici coinvolti semplicemente grazie ad un aggiornamento software. Al momento dei saluti nessuno piange: lei non era stata programmata per provare emozioni al momento dell’addio, in lui invece qualcosa è cambiato. La consapevolezza che amare una persona passa anche dall’amare i suoi difetti, le imperfezioni e l’illogicità che contraddistingue noi esseri umani. Accettare che nessuna macchina potrà mai sostituire una persona perché siamo diversi.

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