Un testimonial per gli androidi
Isaac Asimov
Chi è?
Conseguì laurea e dottorato in biochimica presso la Columbia University, rispettivamente nel 1939 e nel 1948, ed un master in filosofia nel 1941, intraprendendo la carriera accademica presso la Boston University fino al 1958, quando intraprese la carriera di scrittore a tempo pieno.
Progressista, Asimov aveva molta fede nel progresso scientifico, anche se molto pessimista sul destino dell'umanità, soffrendo proprio di fobie legate alla tecnologia quale la paura di volare.
Proprio questa dicotomia tra tecnologia e umanità, progresso e tradizione, è tema cardine dei suoi romanzi fantasy.
Primo piano di Isaac Asimov |
Perché Asimov?
Pone il suo pensiero nero su bianco, molto, chiaramente, all'interno delle sue tre leggi della robotica:
- Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.
- Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la Legge Zero
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la Seconda Legge.
Ogni robot che rispetta queste leggi nella narrazione di Asimov è dotato di un cervello positronico, ciò che noi oggi chiameremmo intelligenza artificiale. L' ipotesi è che lo scrittore volesse comunicare di usare la tecnologia in modo etico e non per causare danno all' umanità.
Il più “famoso” robot positronico è forse Robot NDR 113, il robot protagonista de L’uomo del bicentenario; aveva un difetto prova sentimenti umani e desidera essere riconosciuto come essere umano.Copertina del libro L'uomo del bicentenario |
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