mercoledì 22 aprile 2020

STEP #08

Gli androidi nei dialoghi di Platone


Dopo che l'intera struttura dell'anima fu generata secondo il pensiero del suo artefice, compose allora dentro di essa tutta la parte corporea, e unì anima e corpo armonizzando insieme i due centri.
Imitando il loro demiurgo, presero in prestito dal mondo parti di fuoco, di terra, di acqua e di aria che sarebbero poi state restituite, e le unirono insieme, non con quei legami indissolubili con cui essi erano uniti, ma, connettendole con moltissimi chiodi invisibili per la loro piccolezza, e realizzando così da tutti gli elementi un corpo unico per ciascuno, legarono i circoli dell'anima immortale a questi corpi soggetti ad influssi ed efflussi.
Timeo, 360 a.C 

Nel mito platonico, il Demiurgo aveva il compito di  forza ordinatrice, imitatrice, plasmatrice, che vivifica la materia, dandole una forma, un ordine, e soprattutto un' anima. Nella società attuale, questo lavoro plasmatore non è piu appannaggio solo della natura ma anche della tecnica: possono gli ingegnere essere considerati dei veri e propri padri delle loro creauture di sembianza umana e con un "anima"? La domanda è aperta dal 1818, quando venne pubblicato Frankenstein, e ancora oggi i dibattiti in merito sono molto accesi; trovo impossibile si arrivi ad una risposta largamente condivisa ma la strada del futuro è segnata.


Rendering di una futura linea di assemblaggio di androidi, dove macchine costruiscono altre macchine





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