giovedì 11 giugno 2020

Gli androidi nelle operette morali

La Proposta di premi fatta dall’Accademia de’ Sillografi


L’Accademia dei Sillografi attendendo di continuo, secondo il suo principale instituto, a procurare con ogni suo sforzo l’utilità comune, e stimando niuna cosa essere più conforme a questo proposito che aiutare e promuovere gli andamenti e le inclinazioni Del fortunato secolo in cui siamo, come dice un poeta illustre; ha tolto a considerare diligentemente le qualità e l’indole del nostro tempo, e dopo lungo e maturo esame si è risoluta di poterlo chiamare l’età delle macchine, non solo perché gli uomini di oggidì procedono e vivono forse più meccanicamente di tutti i passati, ma eziandio per rispetto al grandissimo numero delle macchine inventate di fresco ed accomodate o che si vanno tutto giorno trovando ed accomodando a tanti e così vari esercizi, che oramai non gli uomini ma le macchine, si può dire, trattano le cose umane e fanno le opere della vita.



Questa operetta fu composta tra il 22 e il 25 febbraio del 1824 ed è una satira nei confronti della civiltà delle macchine, ritenuta dai moderni indiscutibile fonte di progresso e di felicità per tutti gli uomini. Si tratta di un finto bando di concorso indetto da un'immaginaria Accademia dei Sillografi, contraddistinta da un pensiero che pochi anni dopo verrà definito positivista, ciecamente convinta che il progresso della tecnica debba investire e colonizzare anche le cose dette spirituali: si promettono in tal modo premi consistenti a chi riesca a inventare tre macchine a vapore di forma umana, tre androidi, che formino la prima l'amico perfetto, la seconda un uomo artificiale in grado di compiere opere virtuose e magnanime, la terza la donna perfetta, moglie fedele egaranzia di felicità coniugale.



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