Una così umana emozione
Eppure, in quella routine così monotona ed estenuante, Wall-E lascia emergere comportamenti spontanei e non da macchina costruita a tal proposito, ma quasi naturali e di certo poco imposti da una specifica direttiva. Wall-E è cosi mosso da un’umana e puerile curiosità prende sempre più coscienza della profonda solitudine che lo avviluppa.
Il robottino possiede l’ineffabile capacità d’esprimersi con l’arte dei gesti, e riesce a creare un legame empatico, basato esclusivamente sulla riflessività emotiva. Wall-E si configura così come una taciturna odissea fantascientifica, traboccante di sentimentalismo e d’amore per la tecnologia e l’Umanità, per l’ambiente e il romanticismo più classico, quello incapace d’essere contaminato dall’inquinamento che cerca di soggiogarlo.
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